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racconti di viaggio : la spagna fine

09:41 / Pubblicato da niko / commenti (0)

Dopo la nostra decisione di affiancare el topo nel suo difficile lavoro alla porta della disco le cose iniziarono ad andare decisamente meglio(beninteso la gente continuava ad entrare ugualmente senza pagare, ma almeno entrava gratis solo chi volevamo noi!).Flavio che è sempre stato il più razionale della coppia (non sembrerebbe)aveva inventato una sorta di abbonamento settimanale per i maschi pari a circa 25 pesedas a cranio che riscuoteva personalmente e per le donne (non mi ricordo davvero :) .Comunque faceva passare chi voleva ed era buon amico di tutti (come sempre ).Sul finire della vacanza mi disse : compare, questa spagna è troppo monotona ! Noi non siamo fatti per l'europa dobbiamo emigrare verso altri lidi . Il "noi non siamo fatti" preclude sempre una decisione importante da affrontare con cautela perchè se Flavio si fissa ti porge la cosa con una ovvietà tale che ti sorprendi di non averci pensato prima ma, allo stesso tempo, inizi a preoccuparti perchè sai sempre che le cose che ti propone sono tanto strampalate da essere pericolosamente accattivanti . E dove dovremmo andare sec te?risposi.Ma è ovvio, Niko a Cuba ! Adesso, stiamo parlando dell'89- 90 periodo in cui nessuno aveva mai sentito parlare dei balli latino-americani e la febbre di Cuba non era ancora esplosa. In quel periodo ,infatti, c'era la febbre d'ibiza e noi tutti sognavamo di passare nottate trasgressive al "pascià"(se non t'eri impasticcato ad ibiza almeno una volta nella vita eri out ).Ma Flavio, che ha sempre saputo guardare lontano, non era tipo da impasticcamento,da trasgressione si ma non da droghe pesanti o leggere,perchè era perennemente iperattivo e non ne aveva bisogno .Scusa ma che c'entra Cuba? non è un posto che tira ! risposi stupidamente io . Compare se ti dico che dobbiamo andare la vuol dire che c'è un motivo ! rispose perentorio . In realtà non c'era un motivo preciso e lo capii soltanto l'estate successiva, appena un mese prima di partire per Cuba, ma questa è un'altra storia......

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racconto di natale " un'amara riflessione "...................................... di giuseppe

05:54 / Pubblicato da niko / commenti (0)











Percorrevo una importante via del centro città in una fredda sera d’inverno, ormai prossima al Natale.





Osservavo la gran folla di gente che animata da una intima frenesia, con passo sicuro e affrettato, percorreva la strada, soffermandosi a osservare le vetrine dei negozi riccamente addobbate, con l’ostentato distacco e la noncurante indifferenza tipici di chi, per la troppa abbondanza del vivere, è ormai ricco solo della propria vanità.



Le luminarie ed i festoni natalizi conferivano, vieppiù, un’atmosfera di opulente salotto buono a quella strada dalla sfavillante sequela di lussuosi esercizi commerciali, in cui aristocrazia e alta borghesia si mescolavano non solo per gli ultimi, frettolosi acquisti e regali, ma anche per l' inconfessata motivazione di sperare di imbattersi in questo o quell’incontro per scambiarsi convenevolmente gli auguri; quasi fosse convenzione sociale non scritta ma meritevole di essere pedissequamente osservata quella di fare passerella in caldi e confortevoli abiti e di sforzarsi di elargire meccanicamente stereotipi sorrisi e vuoti saluti a quanti si aveva la recondita speranza di incontrare con l’unica riserva mentale di farsi ammirare.



Avanti a me, precedendomi di pochi metri, camminava una povera donna.



Gli stenti ed i disagi di una esistenza condotta nel bisogno e nell’indigenza, tra le mille e mille difficoltà economiche che quotidianamente dovevano attanagliare la sua mente, ponendole incessantemente innanzi al lume della ragione il problema di come industriarsi per riuscire a conciliare insieme un misero pranzo con una frugale cena, ben si leggevano in quel misero abito liso e sdrucito che la rivestiva, in quella capigliatura scarmigliata, in quelle scarpe logore, in quel suo incedere incerto e dimesso, pensieroso e preoccupato: a capo chino, quasi che per lei rappresentasse un penoso disagio perfino alzare lo sguardo per osservare il passeggio austero e compunto dei benestanti e degli aristocratici che affollavano quella strada.



La donna non era sola. Teneva per mano un bimbetto di neppure dieci anni che la seguiva dappresso, anch’egli coperto dei medesimi poveri indumenti della donna e partecipe della stessa penosa condizione economica e sociale.



I due, a passo lento e cadenzato, camminavano mano nella mano.



Uniche due isole di genuina e dolorosa umanità in un mare ondeggiante di alterigia e di vanitosa ipocrisia.



Ad un tratto la donna solleva lievemente il capo. Qualcosa sembra aver attirato la sua attenzione.



Dalla presa della mano che stringeva quella del bambino che stava poco dietro di lei, la donna avverte, dall’aumentata resistenza muscolare che quel contatto fisico le trasmette, che il fanciullo rallenta, perde il passo.



Istintivamente si volta, quindi, per comprendere il perché.



Con occhi abbacinati ed increduli, la bocca socchiusa in quella espressione di ingenuo stupore che rende radioso il volto dei bambini, il fanciullo sta osservando, con lo sguardo carico di desiderio, la vetrina di un negozio di giocattoli che è alla sua destra e nella cui vetrina sfolgorante di luci e di addobbi fanno bella mostra di sé una gran miriade di allettanti giocattoli, di ogni tipo e per ogni gusto. Tutti di pregevole fattura e, di conseguenza, molto costosi.



La donna lo osserva commossa e quasi spaventata da ciò che bambino infatuato sta mirando in quel momento e gli mormora sconsolata: “Da questa parte, devi guardare da questa parte”, reclinando leggermente in capo in quell’altra direzione, a mo’ di dolce invito.



Dall’altro lato della strada, infatti, seduti sul marciapiede di quella via dello shopping di alta società, alcuni extracomunitari tentano di vendere quel tanto che basta alla loro sopravvivenza quotidiana, messo in mostra per terra su povere e sudice stuoie di canapa: semplicissimi articoli di artigianato africano di scarsissimo valore economico: cavallini di legno, pupazzi di pezza e trottole; prodotti manufatturieri autoctoni confezionati da chissà quali mani smagrite dalla miseria, dalla fame e dalle malattie.



La donna, con quelle parole, vuole dire: “Figlio mio adorato, tu guardi la vetrina di quel negozio. Ed è giusto. Gli occhi sono attratti dalla luce ed il cuore dai desideri. Il tuo cuore desidera quei giocattoli. Lo so. Desiderare non è peccato. È ciò solo che ci possiamo permettere nella nostra condizione. Certo quei giocattoli sono belli, senza dubbio. Sono raffinati, importanti, farebbero la felicità di qualsiasi bambino. La vetrina ricca di luci e di colorati addobbi in cui sono esposti, li rendono ancora più belli. Tu li desideri, è ovvio, come li desidererebbe qualunque altro bambino al tuo posto. Ma io purtroppo non posso comprarteli: la vita, che mi ha voltato le spalle, che ha deluso le mie speranze di felicità e tradito le mie aspettative di agiatezza, non lo ha voluto, non me lo ha permesso. I giocattoli che ti posso comprare stanno, invece, da quest’altro lato della strada”.



La madre tira leggermente la mano perché il figlioletto possa riaversi da quello stato di estasi sognante in cui tutti i suoi sensi sono, momentaneamente e senza speranza alcuna, immersi ed annegati, per poter riprendere così il loro mesto andare.



La sua anima , come la lama di una invisibile ed affilata spada che la trapassa da parte a parte, è trafitta nel profondo da una lancinante tristezza per non poter corrispondere alle silenziose, ma non per questo chiare ed evidenti, preghiere del figlioletto; per non potere materialmente dare esaudimento ai voti che il bambino, con gli occhi sbarrati e fissi sulla vetrina del negozio di giocattoli, sta in quel momento formulando nel suo cuore innocente e che lei, con il suo cuore materno, intuisce perfettamente.



“Da questa parte”, gli sussurra ancora una volta, tirandolo lievemente, con la voce soffocata dai singulti del pianto e con gli occhi colmi di lacrime: “Devi guardare da questa parte”.

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i viaggi di flavio e niko la spagna (terza parte)

10:48 / Pubblicato da niko / commenti (1)

Passammo attraverso quel gruppetto di esagitati senza colpo ferire e già ci sentivamo dei leoni,Flavio dal canto suo era esaltatissimo e davanti all'imgresso della disco poco ci mancò che non si facesse menare dal buttafuori . Infatti davanti alla biglietteria, invece di fare il biglietto ,si avvicina con fare misurato al banchetto del buttafuori e quando questi gli si para davanti flavio sornione gli risponde "i want a bottle", il buttafuori lo guarda come se stesse assistendo ad un incontro ravvicinato del IV tipo ,e ,complice la ressa e sicuramente la sua stessa indecisione

Flavio gli dà una pacca amichevole sulla spalla facendosi largo e facendo segnale verso di me come per dire è con me e così passammo . Ora lo so che non ci credete ma sta cosa se la sapete fare riesce bene ,e avendo passato diverse serate davanti alla porta di una discoteca quando c'è ressa e si paga all'entrata (senza drink card) i buttafuori pischelli si confondono facilmente di fronte a chi mostra troppa sicurezza e spesso per non cercarsi rogne inutili lasciano correre, però mi raccomando don't do it at home! per evitare d'incontrare quello navigato che vi stampa come manifesto della serata successiva e senza troppi complimenti.Una volta entrati , inutile dirlo , salimmo sul cubo con delle bottiglie di prosecco in mano per ballare con le cubiste (eh il bello della movida!)all'alba ritornammo in albergo . abbracciammo tutto il personale nella hall (gli spagnoli sono di una cordialità estrema)intorno alle 6 di mattina tanto per farci riconoscere ci venne l'idea di ammainare tutte le bandiere site all'esterno dell'albergo lasciando solo quella italiana a sventolare e quella spagnola qualche centimetro più in basso (se non ricordo male era un periodo di mondiali) a proposito di mondiali vi scriverò presto di flavio quando segue una partita dell'italia nella hall di un albergo (o guardi la partita o guardi flavio e sec me lui è più divertente ) .Dopo la performance delle bandiere beccammo due tedesche nella sala della colazione e decidemmo di sederci a consumare la colazione insieme a loro . Flavio si presentò con il vassoio del bacon io con quello dei wurstell tra l'imbarazzo dei camerieri ormai rassegnati alle nostre stranezze .Così ridemmo e scherzammo un'altra ora finchè non ci alzammo dal tavolo e seguimmo le ragazze in camera , giuro che non avevamo voglia di fare chissà che solo giocare un pò.Così entrammo insieme nella camera delle ragazze che cercavano di salutarci per cacciarci fuori ma noi tranquillamente con il solito sorriso sulle labbra iniziammo a spogliarci tranquillamente, come se nulla fosse, e c'infilammo nel loro letto pregandole di parlare piano perchè era già tardi e non volevamo essere disturbati, tanta era la stanchezza!Le due ci guardavano senza sapere che fare ,mentre la più grande inizia a protestare vivacemente minacciando di chiamare la polizia. A quel punto il gioco s'era fatto pesante ed iniziai a contrattare con la più grande una soluzione ottimale per risolvere l'incomodo , visto che flavio già dormiva ,proponendo ad una delle due a scelta di venire ad occupare il letto di flavio nell'altra stanza almeno provvisoriamente .Aquel punto la più grande molla un calcio a flavio ed entrambe ci spingono fuori dalla stanza .E' andata uno schifo fla stai zitto niko è colpa tua come sempre, mia? certo non sei stato abbastanza convincente ,non sai contrattare!Ma stai zitto, sto viaggio in spagna sta andando davvero male mi sa !dissi . Animo fratello , ci resta ancora una settimana di tempo per recuperare, mai abbattersi , rispose flavio . Ci svegliammo la sera e scendemmo giù nella hall , dove nel bar flavio agganciò una ragazza più grande di lui di almeno 5-6 aa ,lo vidi discutere sornione con la solita faccia da jolly, poi ad un tratto si alza e mi si avvicina , compare dimmi un paio di cose che ha scritto neruda , ahhh? che azz stai a di?si compare tu che sai tutto dimmi i titoli sbrigati ti prego !beh ,ma i libri?si certo! mi sovvengono canto general , i versi del capitano,la pietra del chile ...... ok basta che non mi ricordo più , ma a che ti serve? a nulla, è una donna stupenda , compare è la donna che fa per me! le ho detto che sono interessato alla poesia , letteratura , filosofia, musica classica, che odio le discoteche con lo stesso tipo di musica etc , insomma tutte le cazzate che dici tu quando ti trombi una di quelle che hanno cervello . Ma sei scemo?dissi io ,e tu credi che non se ne accorga ?si vabbè intanto me la da e poi pensa Dio, rispose e ritornò da lei.avevo la vaga sensazione che qualcosa l'avrebbe combinata ed infatti in capo a mezz'ora si eclissarono così io trascorsi la mia seratina da solo nella solita discoteca.Flavio mi aveva davvero sorpreso in questi giorni , ma non ce lo vedevo proprio seduto al tavolo di un ristorante a disquisire amabilmente su argomenti come poesia , filosofia ,letteratura e musica classica (che per'altro pur essendo amante della musica non riesco a capire ) . Insomma tornai in albergo quella notte un pò prima ed al mio ritorno incontrai un flavio abbondantemente sovraeccitato.Compare! è andata benissimo , abbiamo fatto cose pazzesche ............. e già li cominciai a pensare, mi raccontò di aver provato mezzo kamasutra fino alla 112esima posizione e lì ebbi la conferma che forse erano tutte cazzate.(eh oh, i maschi siamo pallonari .........:) finalmente intorno alle 10 di mattina flavio finì il suo racconto e mi lasciò dormire. Il pomeriggio, lo passammo in spiaggia ad oziare con Flavio che ogni tanto sotto il sole mormorava: mi sento richard Gere , appena lo sapranno i ragazzi del bar........ vedi Niko adesso per me si aprono nuovi scenari , non mi basta più la ragazzina e non credo tu mi possa capire, insomma , non mi da più stimoli , ho deciso che voglio una donna matura e vado a convivere!D'altra parte con le donne mature ci puoi fare tantissime cose ......le orge per esempio , ecco si le orge , io sono pronto per un'orgia , compare credimi le donne sono molto più interessanti delle solite ragazzine .Ma flavio ,scusami , dove trovi il tempo per drogarti di nascosto ? risposi io. Macchè droga e droga! la mia droga è la .........(e qui mi autocensuro)rispose quasi seccato che non avessi compreso la profondità del suo discorso da guru dell'amore . Insommma,tra una bestialità e l'altra si fece sera e raggiungemmo il ristorante per la cena . Seduti al tavolo eravamo intenti a consumare un piatto di di gustosissimi ravioli alla nonsocchè (il pacchetto era all inclusive e come sempre la fregatura sta nei pasti) , quando, all'improvviso lo sguardo di flavio rivolto verso l'ingresso s'illumina di un lampo di terrore . Immaginate per un attimo i ravioli costipati nella bocca di flavio serrata in una smorfia che aveva il sapore di un misto tra il disagio dell'ora mi alzo e vado ?oppure faccio finta di nulla e continuo?insomma dall'entrata come avete ben capito stava facendo il suo inesorabile ingresso la millantata conquista del nostro flavio . Lei pian piano gli si avvicina ,lo guarda e gli dice Flavio ciao!lui risponde sottecchi ,eh?si si ciao come va?trenta secondi di silenzio e lei si allontana per raggiungere il suo tavolo . Appena si fu allontanata tanto per essere un po più cattivo del solito gli dissi a fla qua mi sa che ti sei fermato alla prima posizione del Kamasutra ..............Ma il buon flavio non si perse d'animo ,infatti quella notte era in cerca di riscatto e lo trovò immediatamente agganciando un'olandese davvero niente male .Avevamo trovato una discoteca che apriva alle 4 del mattino dove c'era un buttafuori alto quanto topolino di cui diventammo subito amici .Proprio quella notte sostando davanti all'entrata della disco insieme a el topo (lo chiamavamo simpaticamente così il buttafuori ma lui non sembrava dolersene troppo)ci accorgemmo della sua totale inadeguatezza al servizio d'ordine .Infatti,in più di un 'occasione i ragazzi (soprattutto italiani )facevano i furbi passando gratis dopo averlo minacciato . Flavio mi disse ad un tratto: niko ho deciso che dobbiamo aiutare el topo!io risposi ok flavio mezza parola .Sicchè non appena si presentò la prima occasione entrammo in azione .El topo aveva chiesto ad una coppia di ragazzi di fare il biglietto ed uno di questi gli si era rivolto in modo alquanto sgarbato intimandogli di lasciarli passare , subito flavio mi diede un'occhiata ed io afferrai quello più vicino tenendolo saldamente per i capelli e gli dissi in modo deciso: adesso o paghi entri chiedi scusa e non rompi o vai fuori dalle scatole e non hai molto tempo ! così il ragazzo pagò insieme all'amico e chiarimmo l'equivoco del buttafuori facendo compagnia a el topo per qualche notte .fine terza parte

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